Menopausa: Sintomi e Terapie

I sintomi più precoci della carenza ormonale sono le vampate, sudorazioni, irritabilità, depressione, ansia, perdita di memoria, calo del desiderio sessuale, e possono addirittura comparire anche nei periodi precedenti la menopausa.

Altri sintomi compaiono abitualmente più tardivamente dopo due-tre anni, riduzione della lubrificazione vaginale, dolori ai rapporti, rughe e perdita di elasticità cutanea, secchezza delle mucose.

I sintomi più comuni sono le “vampate” di calore associate a sudorazione, arrossamento della cute e accelerazione del battito cardiaco: sgradevoli, rendono difficile svolgere le proprie normali attività, e di notte interrompono il sonno.

Più tardivamente compaiono seri disturbi atrofici che coinvolgono l’apparato genito-urinario.

I sintomi per le donne non sono solo fisici

Variazioni del tono dell’umore sono molto comuni in menopausa e possono portare ad ansia, irritabilità, fino alla depressione, diminuzione della memoria, perdita della autostima e della capacità di concentrazione

E poi l’insonnia, spesso provocata anche dalle vampate, aggrava un senso di stanchezza fisica e psichica, che può accompagnarsi ad un calo del desiderio sessuale.

Bisogna tener conto che durante il periodo della menopausa spesso accadono eventi che possono influire negativamente come il pensionamento, lutti familiari, si possono perdere amicizie importanti o la serenità del rapporto coniugale etc…

Menopausa – Effetti

  • Gli effetti dalla carenza ormonale a breve termine
  • Disturbi vasomotori: vampate di calore, sudorazioni notturne, palpitazioni;
  • Sintomi psicologici: tensione, ansia, depressione, irritabilità, sbalzi di umore, modificazioni della libido;
  • Attivazione turnover metabolico dell’osso e del collageno: aumento del rischio di osteoporosi;
  • Modificazione del peso corporeo: la distribuzione del grasso cambia, aumenta e si distribuisce diversamente nel corpo, provocando anche un aumento di peso;
  • Modificazioni delle frazioni lipoproteiche, tolleranza glicidica, pressione arteriosa;
  • Aumento del peso corporeo, distribuzione androide del grasso: aumento del rischio di aterosclerosi e malattie cardiovascolari.

Cambiamenti dell’immagine corporea

  • Aumento del peso corporeo;
  • Distribuzione centrale, androide, del grasso corporeo;
  • Diminuzione delle fibre collagene ed elastiche;
  • Riduzione dello spessore e della vascolarizzazione delle mucose e dell’epidermide.

Menopausa: fattori che possono alterare la qualità della vita

  • Sintomi vasomotori
  • Disturbi del sonno
  • Sintomi psicologici ed emozionali
  • Alterazioni genitourinarie e sessuali
  • Aumento di peso
  • Cambiamenti dell’immagine corporea
  • Osteoporosi: fratture e dolori rachidei
  • Malattie cardiovascolari: angina
  • Riduzione delle funzioni cognitive: Morbo di Alzheimer

Sonno e menopausa

Le alterazioni del ritmo del sonno sono un disturbo frequente, spesso collegato alla comparsa di una vampata di calore che si associa al risveglio. Quando insorge la vampata anche se la donna non si sveglia, si verificano comunque alterazioni del sonno, con un sostanziale disturbo della qualità oltre che della quantità del riposo. Le alterazioni del sonno si associano a stanchezza, ansia ed irritabilità. E’ quindi fondamentale interrompere il circolo vizioso tra vampate e alterazioni del sonno. Per ottenere i migliori risultati è opportuno dare adeguati consigli igienici, comportamentali ed alimentari per rimuovere alcune cause o concause dell’insonnia o dei frequenti risvegli. In alcuni casi è necessario ricorrere alla terapia ormonale o alle terapie farmacologiche per indurre il sonno.

 

La secchezza vaginale

Si tratta della mancanza della naturale lubrificazione dei genitali feminili.

Durante l’età fertile, le pareti della vagina sono rivestite da uno strato mucoso alto e soffice, ben lubrificato, che protegge la vagina dallo sfregamento interno, soprattutto durante il rapporto sessuale. Con il passare degli anni o per altri motivi questa lubrificazione può però diminuire, creando non pochi problemi alla salute femminile sia a livello pratico nella vita quotidiana, sia a livello fisiologico. La naturale lubrificazione infatti, non è necessaria per poter godere di una soddisfacente vita sessuale ma aiuta anche proteggersi contro infezioni fungine e batteriche.

  • Le cause e la diffusione

Secondo l’AOGOI (Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani), nel nostro Paese 1 donna su 3 soffre di secchezza vaginale. E il problema non riguarda solo le italiane più in là con gli anni, ma anche le più giovani: il 30% nella fascia tra i 20-39 anni e il 40% tra i 40-49. Le cause di questo disturbo possono essere diverse. Nella grande maggioranza dei casi, la secchezza vaginale è causata da fattori fisiologici e ormonali come la menopausa, la gravidanza, il post-partum e l’allattamento. Ma non solo, anche l’uso di detergenti intimi aggressivi con un pH alto, può essere decisivo. Uno dei motivi, spesso sottovalutato, è la dieta “fai da te”: se troppo drastica può causare il blocco delle mestruazioni e una fastidiosa secchezza vaginale.

  • Le difficoltà a parlare del proprio disagio

Le donne che soffrono di secchezza vaginale spesso non sanno da cosa dipende e sono molto riluttanti a parlarne, sia con il partner che con il ginecologo. Questo problema viene infatti spesso erroneamente ricondotto a un calo del desiderio sessuale. Molte donne vivono la mancanza di lubrificazione naturale come vergogna o tabù e con grande senso di inadeguatezza. Nel corso della vita di una donna, i tanti cambiamenti nel corpo sono accompagnati da altrettanti stati d’animo. Non sempre le donne hanno la capacità di riconosce le conseguenze emotive di alcuni passaggi e per questo tendono a ricondurre tutto al calo di libido. Al contrario, è fondamentale spiegare alla donna le varie condizioni che possono incidere sulle transitorie carenze di lubrificazione naturale affinché un cambiamento naturale non venga considerato un tabù. Per risolvere questo problema, è invece necessario affrontarlo con la massima serenità e rivolgersi ad uno specialista.

 

Sindrome Genitourinaria: Possibili rimedi

I sintomi che caratterizzano la cossiddetta “sindrome genitourinaria” cioe’ secchezza vaginale, difficolta’ ai rapporti , bruciore vulvare e vaginale, cistiti e vaginiti recidivanti e talvolta incontinenza urinaria, possono essere trattati e prevenuti con moltissime terapie che andranno rivalutate modulate e anche integrate tra loro in modo dinamico a seconda dei sintomi e delle esigenze della donna.Ricordate che la fase della menopausa non e’ statica ma subisce delle modifcazioni nel tempo , in base alle quali il ginecologo dovra’ modificare in accordo con la propria paziente le terapie proposte.

Per esempio, nelle donne che presentano unicamente sintomi correlati alla sfera genitourinaria generalmente si optera’ per una terapia locale e non sistemica, da preferire invece laddove vi siano anche altri sintomi.

Oggi abbiamo a disposizione tantissimi presidi e terapie locali, a partire dai lubrificanti ed idratanti all’acido Jaluronico ad alto peso molecolare, sia in ovuli che in gel. Ma , come e’ facile intuire, questi sicuramente validi presidi non vanno a ripristinare l’architettura cellulare vulvare e vaginale e anche urinaria che viene a modificarsi man mano , ed andranno semplicemente a lenire temporaneamente il sintomo.

Terapie sicuramente piu’ efficaci sono le terapie estrogeniche locali ( ovuli, creme, gel) che, come dimostrano numerosi studi clinici non impattano sul rischio del tumore al seno e sull’endometrio .

Inoltre non modificano in alcun modo eventuali rischi cardiovascolari e tromboembolici laddove presenti.

Ma molto spesso le donne necessitano di un apporto androgenico, che viene anch’esso a ridursi notevolmente in postmenopausa , e la parte prossimale del canale vaginale, il vestibolo e la vulva sono ricche di recettori di tipo androgenico.

Pertanto frequentemente si preferisce integrare la terapia estrogenica con Testosterone bioidentico.

Una nuova sostanza utlizzata con successo e’ il Prasterone, bioidentico del DHEA ,prodotto naturalmente dal surrene e  che nel suo metabolismo da’ origine sia ad estrogeni che ad androgeni e che rappresenta una valida terapia per gli ottimi risultati a 12 settimane sulla secchezza vaginale, il dolore ai rapporti e il dolore vulvovaginale.

Tuttavia moltissime donne seppur sintomatiche  ancora oggi non utilizzano prodotti locali , per imbarazzo o disagio nell’utilizzo, scarsa conoscenza del proprio corpo e quindi presunta incapacita’ di inserimento, per paura di autolesionismo, o per pregiudizi ingiustificati verso gli ormoni…o semplicemente perche’ si stancano.

OLTRE AL FATTO CHE…NONOSTANTE QUANTO ABBIAMO DETTO RIGUARDO ALLA SICUREZZA delle terapie ormonali…..PER QUANTO RIGUARDA LE DONNE OPERATE DI K MAMMARIO…..NON ABBIAMO UN CONGRUO NUMERO DI DATI A SUPPORTO DEL’UTILIZZO DI Tali terapie.

Per tutte queste donne , una valida alternativa viene rappresentata dall’Ospemifene e piu’ ancora dal Laser o anche dalla EPV ( Elettroporazione vulvovaginale, vedi capitolo dedicato ) e dalla Carbossiterapia ) vedi capitolo dedicato), terapie che frequentamente si associano tra loro per un migliore e piu’ rapido ripristino delle mucose.

 

E arriviamo dunque anche all’ Ospemifene, una molecola di assunzione orale ma di azione locale che ha avuto un notevole risalto nel trattamento dell’atrofia e dispareunia ( dolore ai rapporti) nella postmenopausa, appartenente alla grande famiglia dei SERM ( Selective Estrogen Receptor Modulator) che va ad agire selettivamente sui recettori degli estrogeni stimolandone o inattivandone la loro azione.Esso ha un’azione dunque selettiva solo a livello vulvare e vaginale ,  e DI CUI LE METANALISI HANNO DIMOSTRATO L’EFFICIACIA  RIGUARDO AL’AUMENTO DELLO SPESSore degli strati cellulari superficiali e intermedi, con riduzione del dolore ai rapporti, miglioramento della lubrificazione  e del pH vaginale con miglioramento della predisposizione alle vulvovaginiti e alle cistiti che spesso insorgono 24-48 ore dopo un rapporto..sicurezza per seno e utero.

 

Ma il GOLD STANDARD di tutte le terapie locali appare essere sicuramente il trattamento con il LASER RIGENERATIVO, del tutto indolore poiche’ non e’ ablativo , e indicato per tutte le donne che non possono ( anche per le donne operate al seno o che hanno avuto tumori ormonosensibili) o non vogliono fare terapia locale e sicuramente anche per tutte le altre!!! (vedi capitolo dedicato)

 

La secchezza vaginale si può risolvere facilmente con l’utilizzo di prodotti adatti. Esistono in commercio diverse creme, gel, ovuli, ecc. lubrificanti che consentono all’ecosistema vaginale di esplicare la sua normale funzione fisiologica ripristinando l’integrità della mucosa. Se la secchezza si manifesta come uno dei disturbi correlati alla menopausa il rimedio può essere l'assunzione della terapia ormonale sostitutiva, da concordare con il ginecologo di fiducia.

Inoltre uno dei trattamenti di nuova generazione per la secchezza vaginale risulta essere L’EPV (vedasi capitolo su Elettroporazione vaginale) che potrà essere associata alla carbossiterapia vaginale (vedasi capitolo di riferimento)

 

HRT -TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA

Quali Obiettivi ?

  • La terapia ormonale sostitutiva ha come obiettivo primario quello di restituire alla donna l’equilibrio  ormonale perduto eliminando in primis i sintomi soggettivi, ripristinando un equilibrio ormonale ottimale.
  • Inoltre la terapia ormonale sostitutiva ha come obiettivo quello di
  • prevenzione di patologie sistemiche;

Tutto ciò deve avvenire in assenza di sintomi collaterali, con alta accettabilita’ da parte della donna e in assenza di complicazioni.

E’ fondamentale che il ginecologo faccia comprendere alla paziente  i reali rischi ed i reali benefici della HRT.

 

HRT – Controindicazioni

  • Sanguinamento uterino anomalo;
  • Carcinoma della mammella;
  • Carcinoma endometriale;
  • Tromboembolia venosa in atto;
  • Malattie epatiche in atto;
  • Ictus o infarti;

Non sono controindicazioni alla Terapia Ormonale Sostitutiva:

  • Carcinoma dell’ovaio;
  • Carcinoma cervicale;
  • Altre patologie neoplastiche;
  • Fibromatosi uterina;
  • Endometriosi;
  • Diabete mellito;
  • Ipertensione;
  • Obesità.

La HRT può ed a volte deve essere associata ad altre terapie come:

  • Farmaci antiosteoporotici (es. bifosfonati)
  • Calcio e vit. D;
  • Statine;
  • Antipertensivi;
  • Ipoglicemizzanti orali, Insulina;
  • Tiroxina.

Fattori che limitano l’uso dell’HRT

  • Informazione non corretta;
  • Paura di tumori;
  • Aumento di peso;
  • Comparsa e paura della comparsa di effetti collaterali;
  • Ricomparsa del sanguinamento uterino;
  • Sensazione di fare qualcosa di innaturale.

HRT – Principi di trattamento

·       Personalizzazione della terapia

·       Inquadramento clinico-anamnestico

·       Selettivi esami ematochimici e strumentali

 

HRT: conclusioni

1.   La maggioranza delle donne in postmenopausa può fare HRT;

2.   La maggior parte di esse non può trarre che benefici da una attenta HRT;

3.   La HRT deve essere personalizzata;

4.   La HRT a basso dosaggio mantiene gli effetti protettivi con minori effetti collaterali;

5.   Alle poche donne che non possono fare HRT possono/devono essere consigliate terapie alternative.

Se usata bene, fin dall’inizio della menopausa e con dosaggi personalizzati, la HRT dà più vantaggi, alla salute e alla qualità della vita, che rischi. E’ emerso con certezza che l’età di inizio della terapia è un fattore critico, al punto che si parla di “finestra di opportunità” .

La terapia ormonale deve essere iniziata entro 5-10 anni dalla menopausa, e comunque entro i 60 anni di età. Può divenire avventata o francamente pericolosa se iniziata tardivamente, quando patologie cardiovascolari o cerebrovascolari possono essere già avanzate; se fatta con dosaggi e tipo di ormoni non appropriati e/o in donne già a rischio di patologie tumorali o cardiovascolari (per esempio se obese, e/o fumatrici).