Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia dello scheletro, caratterizzata dalla compromissione della resistenza dell’osso, che predispone ad un aumento del rischio di fratture, anche per traumi minimi.

 

La causa è uno scompenso del sistema ormonale che regola il contenuto minerale dell’osso e che progressivamente riduce la densità dell’osso.

L’osteoporosi è un grave problema di Salute Pubblica per il progressivo invecchiamento della popolazione. L’avanzare dell’età è infatti una delle principali cause di perdita di massa ossea in entrambi i sessi, anche se inizia più precocemente nella donna. 


Circa il 25% delle donne al di sopra dei 40 anni sono affette da osteoporosi in Italia (contro il 10% degli uomini). Inoltre, più del 40 % delle donne è affetto da un calo della densità ossea (osteopenia), quindi a maggior rischio di osteoporosi e delle sue complicanze: le fratture. E’ stato calcolato che la metà delle donne sopra i 50 anni possono avere una frattura da fragilità ossea nel resto della vita. Le fratture possono incidere pesantemente sulla qualità della vita, e portare a disabilità e sono anche gravate da un rischio di mortalità importante.

 

Le donne vengono colpite dopo la menopausa

Perché dopo la menopausa si verifica un calo del livello di estrogeni, che sono gli ormoni che nella donna regolano l’assunzione di calcio nell’osso. Non tutte le donne in menopausa vanno incontro ad osteoporosi, ma vi sono altri fattori di rischio.

 

Quali sono i fattori di rischio?

Oltre che dal calo degli estrogeni, l’osteoporosi può essere determinata da altri fattori come l’invecchiamento, alcune malattie del sistema endocrino o gastrointestinale, malattie reumatologiche o ematologiche. Non bisogna dimenticare la scarsa attività fisica, una alimentazione sbilanciata, povera di proteine e calcio, fattori genetici e l’uso cronico di farmaci (corticosteroidi, barbiturici, anticonvulsivanti, ormoni tiroidei). Il sesso femminile, comunque, risulta comunque a maggior rischio.

SINTOMI :Non esistono sintomi di osteoporosi: questa condizione insorge molto lentamente, fino alla comparsa delle fratture con dolori ossei forti legati alla comparsa di fratture vertebrali spontanee o a seguito di minimi traumi, con forti dolori alla schiena. In questi casi, il forte dolore non risponde alle terapie più comuni e quando si ripetano portano alla deformità della colonna con incurvamento in avanti, sino ad avere difficoltà cardiorespiratorie invalidanti. Una delle fratture più gravi è quella del femore, che è causa di disabilità e perdita dell’autonomia, ed anche di morte.

 

COME SI DIAGNOSTICA L’OSTEOPOROSI?

L’osteoporosi può essere individuata prima che provochi le fratture misurando la densità dell’osso con la DXA (dual-energy x-ray absorptiometry), metodica veloce, priva di pericoli, con un’esposizione a radiazioni trascurabile.

 

LA DIAGNOSI DELL'OSTEOPOROSI: LA DENSITOMETRIA

L’indagine diagnostica di riferimento è la densitometria, che consente di misurare in modo accurato e preciso la massa e la densità minerale ossea e che è considerata un importante fattore della resistenza meccanica.

 

E' POSSIBILE PREVENIRE L'OSTEOPOROSI?

La prevenzione, anche farmacologica, è più efficace della terapia. Fondamentale è la dieta, curando l’assunzione giornaliera di calcio, specialmente prima dei 30 anni, l’esercizio fisico, ed eventualmente l’integrazione farmacologica di calcio e vitamina D, e dopo la menopausa la terapia ormonale sostitutiva, o nuovi farmaci selettivi sull’osso, come il raloxifene e il basedoxifene. Un’altra classe di farmaci, i bisfosfonati, possono essere usati con efficacia nei soggetti più anziani. Di recente introduzione, un nuovo farmaco chiamato Denosumab, viene somministrato due volte l’anno e garantisce la protezione contro le fratture non solo nei soggetti che hanno già avuto una frattura, ma anche nei soggetti a rischio.

 

Densitometria e obesità

La tecnica DXA total body permette inoltre la misurazione della composizione corporea e permette di andare oltre ai normali valori del peso e dell’indice di massa corporea (IMC) nel determinare la distribuzione del tessuto adiposo, un importante fattore di rischio nell’obesità e in molte malattie gravi. I dati della composizione corporea sono clinicamente affidabili, con la misurazione diretta di tessuto adiposo, tessuto magro e massa ossea, con elevata precisione, e possibilità di controlli di breve durata.

 

Rapporto costo-beneficio della densitometria

C’è invece ampio consenso nel consigliare l’indagine densitometrica solo su base individuale ed in considerazione dell’età e della presenza di fattori di rischio.

L’indagine densitometrica è comunque sempre indicata in presenza di una delle seguenti condizioni cliniche:

1.   Menopausa precoce (<45 anni)

2.   In previsione di prolungati (>3 mesi) trattamenti corticosteroidei (>5 mg/die di prednisone o equivalenti)

3.   Donne in postmenopausa con anamnesi familiare positiva per fratture non dovute a traumi efficienti e verificatesi prima dei 75 anni di età

4.   Donne in postmenopausa con ridotto peso corporeo (<57 Kg) o indice di massa corporea <19 Kg/m²

5.   Pregresso riscontro di osteoporosi (con indagine radiologica e/o densitometrica)

6.   Condizioni associate ad osteoporosi

7.   Precedenti fratture non dovute a traumi efficienti

8.   Donne di età >65 anni e in menopausa da almeno 10 anni