Prolasso e Incontinenza

Lo scopo dell’identificazione precoce del prolasso vaginale e’ quello di limitare i sintomi ad esso correlati con tecniche non chirurgiche che, se applicate tempestivamente, possono ridurre l’incidenza di interventi chirurgici.

Il pavimento pelvico è un insieme di muscoli e di legamenti che chiudono la parte inferiore della cavità addominale.

La sua funzione è quella di mantenere gli organi pelvici (vescica, uretra, utero vagina e retto) nella posizione corretta: è da essa che dipende il loro normale funzionamento.

Si crede che questa struttura abbia la forma di un’amaca ma si tratta di un’idea sbagliata; piuttosto dobbiamo immaginarla come un “ponte sospeso”. Ad un’estremità di questo ponte immaginario ci sarebbe l’osso sacro (là dove termina la colonna vertebrale) e all’altra il pube. I “cavi sospensori”, che grazie alla loro tensione tengono fermo il ponte, sono i legamenti di sostegno.

 


L’Incidenza delle disfunzioni del pavimento pelvico è in continuo incremento anche se risulta difficile stimare il valore effettivo per la riluttanza con cui le pazienti si approccia no a tali disfunzioni, rendendone difficile la rilevanza clinica.

Un accurato counselling ed un  iter diagnostico divengono indispensabili per poter riconoscere tali pazienti e trattarle precocemente

RUOLO FONDAMENTALE del ginecologo E’ QUELLO DI FAR CAPIRE ALLE NOSTRE PAZIENTI CHE AVERE DISTURBI CORRELATI AD INCONTINENZA NON E’ FISIOLOGICO.

 

Da uno studio Americano emerge che in postmenopausa l’incontinenza e’ al primo posto tra le patologie di cui sono affette le donne ma che ad essa, pur avendo dei costi sociali elevati per le spese sostenute in presidi medici e terapie, non viene attribuita la stessa rilevanza  di patologie come l’ipertensione, la depressione ed il diabete, senza tenere invece conto del fatto che non e’ detto che tutte queste patologie non possano correlarsi secondariamente tra loro.

La donna che perde la propria autostima per l’insicurezza generata dall’incontinenza, tendera’ nel tempo a rinchiudersi, ad estraniarsi dalla vita sociale, con tendenza alla depressione, a seguire un regime alimentare scorretto e quindi tendenza all’aumento di peso, all’ipertensione al diabete.


Ma quali sono le principali cause delle disfunzioni del pavimento pelvico?

GRAVIDANZA, PARTO  E CARENZA ORMONALE COME FATTORI DI RISCHIO

Nella vita di una donna l’esperienza della gravidanza costituisce il piu’ importante fattore di rischio per il successivo sviluppo delle disfunzioni perineali a causa dell’aumento di peso importante e della variazione della statica con tendenza alla classica iperlordosi gestazionale  cioe’ quella classica tendenza posturale con la pancia in avanti arcuando la schiena.

Nel corso del parto inoltre  il diaframma pelvico viene stirato fino a 3 volte la sua lunghezza normale ed e’ l’unico distretto corporeo che puo’ essere stirato cosi tanto senza che le strutture muscolari si stacchino dalle loro inserzioni! Si consideri che nei microtraumi si ha la sostituzione delle fibre muscolari con tessuto fibroso che non potra’ avere la stessa elasticita’ del tessuto primario.

A tutto cio’ si associa la carenza ormonale estrogenica che avviene in menopausa che determina un ulteriore perdita di tono ed elasticita’ con sostituzione delle fibre collagene di tipo I con il tipo III tendenzialmente poco elastiche e meno resistenti ai traumi ed agli stiramenti.

 

La carenza ormonale determina una riduzione dello spessore delle mucose vaginali, perdita di glicogeno e di flora batterica residente che ci protegge dalla infezioni, riduzione dell’acidita’ dell’ambiente vaginale , e riduzione della resistenza ai traumi e alle infezioni.

Tali fattori determinano la cosiddetta ATROFIA VULVOVAGINALE.

vedasi capitolo: il dolore vulvovaginale come si cura)

Sintomi Genitali

  • Irritazione, Bruciore
  • Prurito, Dispareunia
  • Diminuzione secrezioni vaginali
  • Epitelio sottile
  • Sanguinamento vaginale
  • Raccorciamento della vagina e diminuzione dell’elasticità

Sintomi Urinari

  • Frequenza
  • Urgenza
  • Disuria
  • Nicturia
  • Incontinenza

E’ indubbio che la riabilitazione perineale non pretende di risolvere totalmente e durevolmente il problema, tuttavia i risultati riferiti dai vari autori sono soddisfacenti. Inoltre è consigliabile una riabilitazione perineale in ottica di prevenzione nelle donne che, dopo il parto, presentano già i primi disturbi di un prolasso uterovaginale o di un’incontinenza urinaria.

Anche la terapia estrogenica vaginale, mediante creme od ovuli vaginali a base di estriolo e promestriene, soprattutto per le donne in menopausa, conduce ad un certo beneficio, in particolare per i disturbi minzionali. Inoltre, svolge un ruolo anche nella fase preparatoria e in quella successiva all’intervento chirurgico per migliorare ulteriormente i risultati.


Elettroporazione Vaginale: una nuova frontiera

Se ad una incontinenza lieve si associa Atrofia post-menopausale, secchezza, bruciori e dispareunia (dolori durante un rapporto sessuale) oggi possono essere affrontate in modo efficace tramite l’EPV®. Gli effetti del trattamento si estrinsecano tramite un effetto analgesico e decontratturante, aumentando il tono muscolare e il piacere coitale, migliorando l’elasticità tessutale e infine contribuendo a un’azione anti-aging. (vedi capitolo dedicato)


Incontinenza Urinaria

L’incontinenza urinaria viene definita come la perdita involontaria di urina, direttamente obiettivabile e tale da determinare problemi igienici, economici e sociali. 

 

Colpisce prevalentemente il sesso femminile perché l’anatomia degli organi femminili predispone a problemi dei meccanismi di tenuta e tutte le fasce d’età, dalla donna che ha appena partorito a quella in menopausa, all’anziana.

Si tratta di una patologia molto comune, che coinvolge circa 2 milioni di donne in Italia, quindi si stima che circa una donna su tre soffra di questo disturbo.


 

Le pazienti purtroppo sono spesso imbarazzate a parlarne o peggio hanno la convinzione che si tratti di una condizione quasi normale legata all’età ed infine credono non esiste terapia. Pertanto, nonostante questa prevalenza, è stato evidenziato che solo il 24% delle donne consulta un medico per l’incontinenza urinaria, il 14% effettua poi accertamenti ed appena il 7% fa terapia specifica.

 

TIPI DI INCONTINENZA URINARIA

Incontinenza urinaria da sforzo

Consiste nella perdita involontaria di urina con l'aumento della pressione addominale, determinato da uno starnuto, un colpo di tosse o il sollevamento di un peso. 

Questa forma di incontinenza generalmente è originata da una debolezza anatomica del pavimento pelvico che può essere causata da un parto naturale, da un'operazione precedente o da alterazioni dei tessuti in funzione dell’età, peso o della mancanza ormonale post-menopausale.

 

Incontinenza da urgenza

E’ la perdita involontaria di urina immediatamente dopo aver avvertito lo stimolo di urinare ed è causata da contrazioni involontarie del muscolo vescicale. Può verificarsi in seguito ad un'irritazione della vescica, ad esempio una forte cistite, o da alterazioni del sistema nervoso centrale o periferico, ma anche senza alterazioni documentabili.

 

LA DIAGNOSI

I primi esami da eseguire nella diagnosi dell'incontinenza urinaria sono l'analisi delle urine, l'urinocoltura e l'ecografia addominale. 

Indagini successive (di secondo livello) sono gli esami uro dinamici, eseguiti solo in casi particolari e prescritti dallo specialista.

Una volta classificata l'incontinenza ed esclusa la presenza di patologie associate (come diabete, calcolosi, ecc.) si può definire il piano terapeutico.

 

Esame obiettivo

L’esame obiettivo deve essere mirato alla valutazione dello stato generale della paziente ecompletato da una accurata indagine uroginecologica.

 

Diario minzionale

Il diario minzionale (carta minzioni) rappresenta attraverso la registrazione di minzioni e fughe d’urina, un metodo di valutazione pratico e semplice che da tuttavia molteplici importanti informazioni.

Deve essere compilato per almeno 2-3 giorni, ed essere segnate il numero di minzioni diurne e notturne, la quantità di urina espulsa ad ogni minzione, i liquidi introdotti nell’arco della giornata e le caratteristiche legate alle perdite d’urina (sforzo, urgenza) nonché sintomi correlati (dolore, bruciore) con il vantaggio che la paziente lo potrà compilare nel suo ambiente ed in condizioni di normale attività quotidiana.


Come si cura l'incontinenza urinaria

La riabilitazione del pavimento pelvico

Consiste in tecniche ed esercizi specifici che servono per rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e rappresenta il primo passo nel trattamento dell’incontinenza urinaria femminile e maschile.

Gli esercizi di riabilitazione: servono a restituire tonicità ai muscoli del perineo. Comprendono gli esercizi per il muscolo pubococcigeo (Esercizi di Kegel) l’utilizzo dei coni vaginali ed esercizi posturali. 

L’elettrostimolazione della muscolatura perineale può inoltre avvenire tramite sonde vaginali (o anali) che emettono impulsi elettrici che agiscono controllando la vescica e stimolando i muscoli del perineo , aumentando la capacità di contrazione e quindi di continenza sulla fuga di urine. Egualmente, a diverse frequenze, l’elettrostimolazione può agire sullo stimolo vescicale riducendo l’urgenza.

Il biofeedback comprende degli esercizi guidati che aiutano la paziente a localizzare i muscoli perineali ed azionarli correttamente

per facilitare l’apprendimento degli esercizi e per facilitare il controllo della muscolatura. 

La riabilitazione del pavimento pelvico Inoltre è consigliabile  in ottica di prevenzione nelle donne che, dopo il parto, presentano già i primi disturbi di un prolasso uterovaginale o di un’incontinenza urinaria.

Anche la terapia estrogenica vaginale, mediante creme od ovuli vaginali a base di estriolo e promestriene, soprattutto per le donne in menopausa, conduce ad un certo beneficio, in particolare per i disturbi minzionali.

( Si invita a consultare il capitolo dedicato alla ginecologia estetica e funzionale)


La terapia farmacologica orale:

Disponiamo di due categorie di farmaci: quelli che aiutano a ridurre lo stato di iperattività della vescica e quelli che rinforzano le strutture sfinteriche.

I primi vengono usati per alleviare o eliminare i disturbi funzionali inerenti all'incontinenza d'urgenza e i secondi per l’incontinenza da sforzo.

Trattamento chirurgico: 

L'intervento chirurgico mira a ristabilire la funzionalità dell'apparato sfinterico dell'uretra e a riportare vescica e uretra in una posizione che faciliti la continenza.

Sostanzialmente sono rappresentati da interventi di sospensione della vescica a strutture solide della pelvi (colposospensioni) e dalle sling (fionde di tessuto che abbracciano e comprimono l’uretra).


Elettroporazione vaginale EPV: una nuova possibilità

Si tratta di una nuovissima tecnica presente nel mio studio che permette trattamenti mediante veicolazione topica di sostanze come estriolo, acido jaluronico, antidolorifici e farmaci ad azione antiinfiammatoria che , proprio per il meccanismo d’azione , raggiungono con massima velocità la sede intradermica e sottomucosa consentendo con rapidità la massima efficacia sul dolore vulvare e vaginale applicando al tempo stesso una elettrostimolazione in grado di contribuire al tono e all’elasticità delle mucose vulvovaginali.

(si veda a riguardo il capitolo dedicato